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Oggi si incontrano due comunità... |
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Un fiume,
Savuto, chiamato a unire le terre che solca e certo non divide, sebbene l’uomo
ne abbia fatto addirittura amministrazioni diverse, cosentine e catanzaresi. Ma
le donne e gli uomini di Calabria sanno cercare nella terra le radici, il senso
profondo di una comunità.
Da Savuto e
da Cleto verso l’altra riva per far nascere San Mango d’Aquino, memoria di
signori eredi del grande filosofo Tommaso che ha insegnato il valore e la
bellezza della libertà.
Così come
arbusti e uliveti trovano nel Savuto il contributo alla vita, un rinnovato
incontro tra le comunità apre nuovi scenari, perché la memoria si nutre del
dialogo e il futuro scaturisce dalla consapevolezza. Così l’acqua del fiume si
unisce al calore della passione mediterranea e la terra diventa una perché uno è
il vento che attraversa le case e accarezza le persone.
Amerigo
Cuglietta
sindaco di
Cleto. |
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Se un
cittadino di San Mango si ferma a pensare, troverà sicuramente un parente, un
amico, un conoscente la cui origine è di Cleto o di Savuto.
Per molte
persone del nostro paese le due cittadine sono state l’inizio di una nuova
famiglia, di una vita che spesso è stata portata a realizzarsi oltre Oceano.
Perché
questa vicinanza? La risposta è nelle cronache, nella storia, nei ricordi.
Dopo tanti
anni siamo tornati a coltivare la memoria di un tempo lontano, quando
l’esistenza era difficile, e sappiamo che, allora, sono bastati l’aiuto, la
solidarietà, l’affetto della gente dell’altra riva del fiume per superare le
difficoltà e alleviare le sofferenze della vita.
Questa è la
storia di San Mango, la nostra storia.
Ed oggi il
gemellaggio può diventare l’inizio di un nuovo cammino.
Da
percorrere insieme, come nel passato.
Filippina
Sacco
sindaco di
San Mango |
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Oggi si incontrano due comunità...
Quando Cleto e Savuto erano città popolate da centinaia di abitanti e vivevano
una loro vita economica e sociale, il territorio sul quale sorge attualmente S.
Mango era deserto, abbandonato, stretto tra due grandi potenze feudali: la
contea di Martirano, che era pure sede di diocesi, ed il feudo religioso di
Nocera, che era sotto il Baliaggio di Capua del Sacro Militare Ordine di Malta.
Il territorio di S. Mango faceva parte, allora, del feudo di Savuto,
e l’intero possedimento proveniva dall’antica commenda dei Barrosa. Sotto gli
Angioini i beni furono concessi a Bartolomeo di Sorrento, e Carlo I d’Angiò,
nuovo re di Napoli, fece costruire il castello di Savuto, posto a guardia della
valle fino al mare.
Con le parrocchie aggregate alla diocesi di Tropea, le terre di
Cleto, Savuto e S. Mango appartennero a numerosi signori feudali e nel 1463
furono riunite sotto il dominio della città di Aiello, elevata a contea e
concessa a Francesco Siscar, nobile spagnolo di Valencia venuto in Italia al
seguito del re Alfonso d’Aragona e nominato viceré di Calabria.
Poco più di cento anni dopo, però, la signoria dei Siscar ebbe
termine e lo Stato di Aiello si smembrò. Pietramala (era questo, all’epoca, il
nome di Cleto) e Savuto furono divise ed il territorio di S. Mango, assieme a
Savuto, passò nel 1591 sotto Carlo d’Aquino, conte di Martirano, duca di
Feroleto, primo principe di Castiglione e Utile Signore di Nicastro.
Mentre avvenivano questi passaggi, molte famiglie del disciolto
Stato di Aiello cominciarono a popolare le contrade che sorgono alla sinistra
del fiume, nell’attuale territorio di S. Mango. Fra le due sponde si stabilirono
rapporti economici e commerciali e nacquero relazioni culturali e familiari.
Alimentato pure da interi nuclei di abitanti provenienti dalle terre della
contea di Martirano e favorito dalle agevolazioni concesse dalla famiglia d’Aquino,
il flusso migratorio aumentò di anno in anno, fino a quando le poche case sparse
nella campagna diedero vita ad un villaggio, che le fonti classiche hanno
chiamato Muricello.
Ed ora, a cinquecento anni di distanza dall’inizio di quelle
migrazioni, le due comunità tornano ad incontrarsi. Due comunità: S. Mango, che
si sofferma a ricordare la sua origine in epoca moderna, e Cleto, che affonda le
radici nella leggenda della sua fondatrice, Cleta, nutrice di Pentesilea, la
regina delle Amazzoni andata in aiuto dei Troiani ed uccisa da Achille.
Il gemellaggio serve ad avvicinare passato e
presente: il mito si affianca alla storia e due popoli tornano a riconoscersi.
Ma questo non basta; davanti a noi c’è il futuro. Per essere migliori sono
necessari altri momenti di maturazione, affinché gli atteggiamenti si
trasformino in comportamenti.
(armando orlando) |
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...Quindi c’è il castello di Petramala, una volta detta Cleta, fondata da
Cleta, nutrice della regina Pentesilea, da ogni parte munita di torri forti,
distrutta dai Crotoniati.. Nel territorio di Petramala nasce il sale fossile.
Non lontano da Petramala sorge la cittaduzza di Sabazio, e si versa nel mare un
fiume dello stesso nome, navigabile e pescoso, un tempo detto Ocynarus, del
quale diremo presto.
Gabriele Barrio, 1571
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Pietramala.
Barrio la celebra per la nascita del sale, Marafioti per quella del vitriolo; io
con più fermezza, per la nascita di Paolo, e di Apollonio Merenda, ed altri
uomini illustri. Non racchiude gran Popolo, cotenta solo di 185 Fuochi; giacque
sotto il dominio de’ Sersali Cosentini, dal 1385 al 1452, indi ne furono
successivamente signori D. Francesco Murano, sotto de’ Re Aragonesi, Don Gio:
Tomaso Cavalcanti Cosentino, D. Carlo Aquino primo Principe di Castiglione, D.
Scipione Cavallo n’era Signore nel 1582. Oggidi accresce il Ducato d’Ajello,
della Famiglia Cibo. Quindi nel medesimo sito, e non molto discosto, |
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Savuto.
Picciol Castello, di cui, e Barrio, e Marafioti,
solamente ne raccordano il nome, preso dal vicino Fiume della medesima nominanza;
lo dico piccolo, perchè di mediocre Popolo, non più di cento Fuochi a basso;
che però da molti vien chiamato Savutello; situato bensì, sopra una collina, in
aere molto salubre, alla riva del suddetto Fiume; il Territorio abbonda di
grani, e di vini preziosi, con oglio di buona qualità, con un forte Castello. Ne
hanno avuto il dominio D. Bartolomeo Sersale sotto il Re Carlo I; D. Bartolomeo
Sicara, Figliuolo del Conte d’Ajello; D. Andrea Ardoino n’era Signore l’anno
1582. Indi in non poca distanza, e nel medesimo Territorio si vede
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Santo Mango.
Villaggio, detto prima Muricello, mà oggidi
Santo Mango, situato vicino il suddetto Fiume Savuto, edificato l’anno 1640. Di
più picciolo Popolo, il quale và unitamente con Savuto, sotto il dominio della
Signoria de’ Principi di Castiglione, della Famiglia Aquino, col titolo di
Principato, vivente D. Luigi d’Aquino.
Padre Fiore da Cropani, 1691 |
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Di Savuto.
Questa picciola Terra è posta in sito forte sù
la riva del Fiume, da cui riceve la sua denominazione. Il Fiume a’ tempi antichi
fù detto Ocinaro, ch’avendo l’origin sua ne’ Monti della Sila pieno d’acque
scorre impetuoso al Mediterraneo, avendo traversato tutto il Contado di
Martorano. La Terra hà un’antico, e nobil Castello, che sovrasta à tutta quella
Campagna fino al vicino Mare; trà le cui rive e quelle del Fiume stanno in larga
copia e cedri, e limoni, ed aranci, vagamente disposti per delizia de’ Principi
di Castiglione, che v’anno edificata una ben munita Torre, e Chiesa, ed altre
Fabriche opportune al commodo de’ naviganti. Il terreno è fertilissimo di vini
preziosi, e v’hà buona quantità di gelsi, ed ulivi. |
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Di Santo Mango.
Terra de’ Principi di Castiglione, dà quali fù
edificata da’ fondamenti, e in essa raccolte tutte le genti sparse in molti
villaggi del Territorio di Savuto, decorata poi col titolo di Principe,
trapassato in essa dall’altra Terra di Santo Mango in Cilento, posseduta pur’anco
da’ Principi suddetti. Il Territorio è diviso da quello del vicino Savuto, onde
è della stessa fertilità, ed abbondanza dell’altro.
G. Battista Pacichelli, 1703 |
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Sabazio.
Ora comunemente Savuto, per altri Savutello.
Cittadella antichissima, sebbene sia sconosciuta l’origine. Ma dal nome ebraico,
da riferirsi agli antichi popoli d’Ausonia; inoltre è incerto se il nome sia
stato attribuito dal fiume Sabazio alla città, o dalla città al fiume... In
verità (Sabat, in latino riposo), si adatta alla città più che al fiume Sabazio,
velocissimo, che i Greci chiamarono Ocynarus, cioè che scorre velocemente, in
cui versa il Dardano. Il signore di questa città è ora il Barone Lelio Le Piane,
figlio di Pietro Antonio, di Figline, nostro concittadino, chiaro per valore e
stirpe. Nella Diocesi di Tropea. Esiste anche Mango, una volta Muricello,
comunemente S. Mango, villaggio costruito nel 1640.
Tommaso Aceti, 1737 |
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